SCHEDA N. 11 – “IL BATTESIMO, LA CRESIMA, LA RICONCILIAZIONE E GLI ALTRI SACRAMENTI”
Dalla Sacra Scrittura
At 2,38: “E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo»”.
Dal Direttorio
Se il Battesimo è il sacramento della nascita, la Cresima è il sacramento della crescita e della testimonianza, legata alla maturità dell’esistenza cristiana… (1.4 § 2).
Proposta di approfondimento
La vita divina di Gesù ci è data attraverso i sacramenti.
I Sacramenti sono classificati dal Catechismo nel modo seguente:
- i sacramenti dell’iniziazione cristiana, che sono il battesimo, la cresima e l’eucaristia;
- i sacramenti della guarigione, cioè la riconciliazione e l’unzione degli infermi;
- i sacramenti per il servizio della vita comunitaria, che sono l’ordine e il
Il battesimo è il sacramento della fede e dell’inserimento in Cristo e nella Chiesa, rimette il peccato originale e tutti i peccati personali. Comporta una nuova nascita, fa sì che il battezzato sia una nuova creatura e abbia nuove possibilità, “sensi” nuovi. “Col battesimo il fedele è morto al peccato e consacrato a Dio” (Lumen gentium, 44).
La Chiesa, sicura com’è che Dio vuole la salvezza di tutti e che Cristo è morto per tutti, fin dai primi tempi ha avvertito il dovere di battezzare i bambini. Si è battezzati nella fede della Chiesa, professata dai genitori e dai padrini. Ogni comunicazione di amore inizia con un dono, ma il dono attende una risposta. Il battesimo, per non restare infruttuoso, esige una coerente risposta personale. Il rito si compie una volta per sempre e non può essere ripetuto, ma occorre tradurlo ogni giorno in esperienza vissuta: ce lo ricorda la solenne rinnovazione delle promesse battesimali nella veglia di Pasqua.
I battezzati sono idonei a ricevere i sacramenti successivi.
Nei primi secoli della Chiesa si diffuse ovunque la pratica di aggiungere dopo il battesimo i riti, riservati al vescovo, dell’imposizione delle mani e dell’unzione crismale sulla fronte, accompagnati dalla preghiera per avere un dono più abbondante di Spirito Santo. In occidente questa “confermazione” è stata staccata dal rito del battesimo. Essa rafforza l’incorporazione a Cristo e alla Chiesa; comunica l’abbondanza dei doni dello Spirito, “i sette doni” che consentono di giungere alla perfezione della carità.
Il vescovo, ministro originario del sacramento, benedice il crisma per tutta la diocesi nella messa crismale del Giovedì santo. Il sacro Crisma, che veneriamo generalmente nei luoghi di convocazione della Comunità, a noi richiama la consacrazione battesimale e la nostra confermazione, doni già ricevuti ma da ravvivare di continuo, come una fiamma, che invece spesso è soffocata e rattristata. Inoltre la presenza del sacro Crisma nelle nostre case è segno che esse sono chiamate ad essere templi dello Spirito Santo e piccoli Cenacoli.
La Chiesa ha sempre avuto viva coscienza di dover dispensare la grazia del perdono a nome di Cristo in virtù del suo Spirito; ha esercitato questo compito in diverse forme, in rapporto alle esigenze dei tempi e alla comprensione via via maturata. Attualmente il sacramento che esprime e attua la conversione del cristiano, viene designato con tre nomi, che derivano dai suoi elementi costitutivi: penitenza, o confessione, o riconciliazione.
Occorre anzitutto la penitenza o cambiamento del cuore; il pentimento interiore si esprime nella confessione davanti al sacerdote dei propri peccati e in un impegno concreto di penitenza, chiamato anche soddisfazione: è un rimedio del peccato, un segno di riparazione e di cambiamento di vita. Al peccatore che manifesta il suo pentimento mediante la confessione dei peccati e l’accettazione di un impegno di penitenza, Dio concede il suo perdono attraverso l’assoluzione data dal sacerdote. Il perdono di Dio è un gesto creativo: il Padre accoglie il figlio che torna a casa; Cristo prende sulle spalle la pecora perduta; lo Spirito santifica ancora il tempio della sua presenza. Il sacramento della penitenza è il vertice di un più ampio ministero di riconciliazione, con cui la Chiesa accompagna il cammino di conversione e di santificazione dei suoi membri.
L’unzione degli infermi è una preghiera umile e fiduciosa con cui la Chiesa “affida gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché egli conceda loro sollievo e salvezza; e li esorta ad associarsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per cooperare al bene del popolo di Dio” (Lumen gentium, 11) e così giungere a partecipare alla luce della gloria. Quando la situazione di malattia è particolarmente grave, tanto da far prevedere la morte, è prassi antichissima della Chiesa unire alla celebrazione dell’unzione il conferimento della comunione eucaristica in forma di “viatico”. Cibo per il viaggio, il pane eucaristico sostiene il cristiano nel passaggio da questo mondo al Padre e lo munisce della garanzia della risurrezione.
Il ministero apostolico dei pastori viene esercitato nei tre diversi gradi dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi. L’inserimento in questa gerarchia avviene con il sacramento dell’ordine. A prescindere dalla loro santità personale, i ministri ordinati sono rappresentanti di Cristo e agiscono validamente in suo nome a favore dei credenti, in virtù del carattere, segno della fedeltà di Dio alla sua Chiesa. Il Signore comunica ai suoi ministri la carità pastorale, perché si uniscano a lui, morto e risorto, nel donarsi a vantaggio del gregge loro affidato.
I cristiani che si incontrano e diventano una coppia per dare origine ad una famiglia, si sposano “nel Signore”, come sue membra, e il loro matrimonio è elevato a sacramento, segno efficace che contiene e manifesta la nuova alleanza, l’unione di Cristo e della Chiesa. Gli sposi sono ministri del sacramento e al tempo stesso coloro che lo ricevono. Il Signore Gesù dà loro lo Spirito Santo, per renderli capaci di amarsi con carità coniugale, partecipando alla sua donazione pasquale.
- Dal Catechismo degli adulti (638, 646, 649, 651).
L’atto di donazione, con cui Gesù è morto, rimane nel Signore risorto come perenne intercessione presso il Padre, come “redenzione eterna” (Eb 9,12) in virtù dello “Spirito eterno” (Eb 9,14). … L’evento pasquale è il centro dell’economia salvifica. … Esso viene ripresentato nell’eucaristia e dispiega in vari modi la sua efficacia anche negli altri sacramenti. …
La salvezza non viene né dalla sola fede, né dal solo impegno, né automaticamente dal solo rito oggettivo; ma viene dal gesto sacramentale di Cristo, accolto con fede e vissuto nella carità. …
Tutti i sacramenti, a chi non pone ostacolo con l’attaccamento volontario al peccato, conferiscono la “grazia santificante”, cioè una partecipazione alla vita divina, che eleva intimamente nell’essere e nell’agire e abilita al dialogo con le Persone divine nella carità. … Insieme i sacramenti costituiscono come un organismo, vivo e splendido, che ha la base nel battesimo e il vertice nell’eucaristia.
- Dalla Costituzione dogmatica sulla Chiesa “Lumen gentium”, capitolo II
IL SACERDOZIO COMUNE ESERCITATO NEI SACRAMENTI
Il carattere sacro e organico della comunità sacerdotale viene attuato per mezzo dei sacramenti e delle virtù. I fedeli, incorporati nella Chiesa col battesimo, sono destinati al culto della religione cristiana dal carattere sacramentale; rigenerati quali figli di Dio, sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa. Col sacramento della confermazione vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l’opera, come veri testimoni di Cristo. Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, offrono a Dio la vittima divina e se stessi con essa, così tutti, sia con l’offerta che con la santa comunione, compiono la propria parte nell’azione liturgica, non però in maniera indifferenziata, bensì ciascuno a modo suo. Cibandosi poi del corpo di Cristo nella santa comunione, mostrano concretamente la unità del popolo di Dio, che da questo augustissimo sacramento è adeguatamente espressa e mirabilmente effettuata.
Quelli che si accostano al sacramento della penitenza, ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui; allo stesso tempo si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l’esempio e la preghiera. Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei sacerdoti, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi (cfr. Gc 5,14-16), anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e morte di Cristo (cfr. Rm 8,17; Col 1,24), per contribuire così al bene del popolo di Dio. Inoltre, quelli tra i fedeli che vengono insigniti dell’ordine sacro sono posti in nome di Cristo a pascere la Chiesa colla parola e la grazia di Dio. E infine i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio. Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo. In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale.
Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e d’una tale grandezza, tutti i fedeli d’ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità, la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste (cfr. Mt 5,48).
- Dalla Relazione di padre Attilio Carpin op, trascritta dalla registrazione, durante l’assemblea generale dei consacrati del 16 giugno 2013 a San Giovanni
GLI STATI DI VITA CRISTIANA
… Il primo stato della vita cristiana è dato dal Battesimo. È il Battesimo che ci inserisce in Cristo, prima non eravamo in Cristo, e la nostra vita diventa cristiana. Quindi il primo stato della vita cristiana è il Battesimo. In base a che cosa c’è questa permanenza? Perché sappiamo che i Sacramenti hanno due effetti: il carattere e la grazia, ma la permanenza non è data dalla grazia, è data dal carattere. Tu vieni inserito in Cristo, da quel momento la tua vita viene segnata dalla morte e resurrezione di Cristo: questo è il carattere battesimale, che è permanente, tanto è vero che questo sacramento non è reiterabile, non si può ripetere, ce l’hai per sempre, ti costituisce in uno stato di vita permanente. Puoi peccare, puoi dannarti, ma sei un battezzato dannato, battezzato, non viene meno: stato di vita permanente. Anche la grazia di per sé è stabile, ma non permanente, tanto è vero che parliamo di stato di grazia, essere in grazia, vivere in grazia di Dio. È una situazione abituale, tanto è vero che parliamo di grazia santificante abituale, non quelle attuali che vengono date per il momento, ma è abituale, appunto è stabile, ma non è permanente perché posso perderla, posso recuperarla la grazia, il carattere invece è permanente.
Un secondo stato di vita cristiana è quello che è dato dalla Confermazione, ancora una volta un sacramento che dà un carattere: ripieno di Spirito Santo.
Poi c’è il sacramento dell’Ordine, un altro sacramento non reiterabile, perché dà il carattere.
Quindi ci sono dei sacramenti che non danno il carattere, ma che costituiscono in uno stato di vita permanente: il Matrimonio, perché il vincolo coniugale non è un carattere, però è qualcosa di permanente che assomiglia al carattere e chi è sposato è in uno stato di vita particolare, stato di vita, cristiano ma sposato. Quindi vedete bene che c’è una stabilità comune che è data dal Battesimo, ma poi all’interno della vita cristiana ci sono diversi stati.
E c’è la vita religiosa, in questo caso lo stato di vita non è dato da un sacramento - in quel caso era Dio che consacrava -, è dato da una nostra consacrazione a Dio. Attenzione: è sempre Dio che consacra, però c’è più la parte soggettiva di chi vuole dedicare la propria vita a Dio, in uno stato di vita particolare, che è la vita consacrata. E qui abbiamo diverse modalità. Sappiamo che i consigli evangelici, di cui parleremo, si esprimono nei tre voti della vita consacrata: castità, povertà, obbedienza. Parliamo in genere di vita consacrata, perché, ripeto, ci sono diversi modi di vivere quei voti. Se quei voti sono uniti alla vita comune, abbiamo la vita religiosa, i religiosi, qui abbiamo qualche rappresentante: hanno i voti e la vita comune. Se ci fossero soltanto i voti senza la vita comune, abbiamo un altro stato, che sono gli istituti secolari, i quali hanno i voti ma non hanno la vita comune. Se ci fosse la vita comune senza i voti, avremmo le società di vita apostolica. Tutte queste forme sono comprese nella vita consacrata. Normalmente i membri della vita apostolica non hanno i voti pubblici, ufficiali, li hanno personali, ognuno fa i voti se crede di potere fare i voti, ma ciò che conta in quel caso è la vita comune. Poi c’è la vita eremitica, in cui non c’è assolutamente la vita comune, in cui ci sono i voti, ma è una vita ancora una volta particolare, che non è l’istituto secolare, perché ci vuole un proprio ambiente in cui si può vivere la vita eremitica.
Poi c’è il caso vostro, almeno della maggior parte di voi, che siete all’interno di uno stato di vita che è lo stato matrimoniale, ma che vivete quello stato di vita matrimoniale con una particolare consacrazione.
Pensate allora che varietà di stati di vita. Descritti i termini, data una descrizione generale, vediamo (più in particolare) che la sorgente della vita consacrata è per tutti Gesù e che ognuno ha il suo stato di vita, in questo stato di vita deve farsi santo.